LA SCOPERTA DEL DOLORE

Siddhartha Gautama, meglio conosciuto come Gautama Buddha o semplicemente Buddha, è il fondatore del buddhismo. Nato da una famiglia ricca e nobile del clan dei Sakya, da cui l’appellativo Sakyamuni (l’asceta o il saggio della famiglia Sakya), conduce la propria vita tra il 566 e il 485 a.C. nel centro dell’India settentrionale.
Secondo le narrazioni più antiche (va ricordato che la letteratura buddhista più antica risale a tre secoli dopo la sua morte), Sakyamuni nasce in una ricca famiglia di guerrieri aristocratici nello stato di Shakya al confine tra l’India e il Nepal attuali. Da giovane rampollo, conduce una vita di agi, sposandosi e divenendo padre di Rahula, finché, ventinovenne, l’intuizione della sofferenza e dell’impermanenza come radici della vita lo spingono a rinunciare alla vita di famiglia e alla sua eredità per diventare un ricercatore spirituale mendicante e itinerante.

ASCESI E ILLUMINAZIONE

È l’inizio di un percorso ascetico duro che lo conduce, all’età di trentacinque anni, alla completa illuminazione. Comincia allora a insegnare, organizzando comunità monastiche che si struttureranno e diffonderanno rapidamente. Muore a ottantuno anni, secondo la tradizione per dimostrare ai suoi seguaci la realtà dell’impermanenza. Cremato, le sue ceneri saranno conservate in degli stupa (reliquiari) in gran parte concentrati nei luoghi cardine della sua esperienza, ancoRa oggi mete principali dei pellegrinaggio buddhisti: Lumbini, il luogo di nascita; Bodh Gaya, il luogo dell’illuminazione; Sarnath, dove per la prima volta insegna il Dharma; Kushinagara, dove lascerà il suo corpo.