UN ALTRO DEI FIGLI DI TUS
Ennesimo figlio celebre della città di Tus, Al-Ghazali (Abū Ḥāmid Muḥammad Ibn Muḥammad al-Tūsī al-Ghazālī, 1058-1111) è unanimemente considerato come il più importante teologo dell’Islam. Dopo aver perso in età precoce il padre, seguace del sufismo, la sua educazione e quella di suo fratello vengono seguite per qualche anno da un amico di famiglia, finché – dopo aver studiato a lungo prima a Gorgan, poi a Nishapur, inizia a insegnare presso l’università di Baghdad.
LA CRISI RELIGIOSA
Studioso poliedrico, Al-Ghazali è autore di importanti studi nel campo della medicina, della psicologia e della cosmologia. Nel primo campo, si pronuncia in favore della dissezione e dello studio dell’anatomia; nel secondo – oltre a importanti riflessioni sul sé e sulle passioni – è tra i primi studiosi ad assegnare le percezioni sensoriali a cinque sensi esterni e cinque interni, tentando anche di individuarne la sede nel cervello; in cosmologia, infine, contribuisce allo sviluppo dell’atomismo e teorizza, in contrasto con l’eredità greca, un universo non infinito nel tempo ma con un inizio storico.
È però con la sua crisi religiosa che prende avvio la riflessione sulle scienze religiose per cui ancora oggi è universalmente noto.
Sempre più a disagio per la distanza tra la vita agiata di corte e il desiderio di una vita mistica, nel 1095 Al-Ghazali lascia l’insegnamento e parte in pellegrinaggio per la Mecca, visitando poi anche Damasco, Gerusalemme e Medina. Tornato a Tus, si dedica completamente alla vita religiosa, fondando una ṭarīqa e attendendo alle sue due opere maggiori: L’incoerenza dei filosofi (Tahāfut al-Falāsifa) – in cui afferma l’inconoscibilità di Dio per via filosofica, la non-eternità del mondo e il rifiuto di un creatore-demiurgo – e La rinascita delle scienze religiose (Iḥyā’ ‘ulūm al-dīn), una summa del sapere teologico islamico, della quale ci lascerà anche un compendio in lingua persiana, l’Alchimia della felicità (Kīmyā-ye saʿādat).