LA FURIA DI GODAN KHAN

In occidente corre l’anno 1240 quando la furia del re mongolo Godan insanguina il Tibet. Un’invasione violentissima, che insieme alla distruzione di città e monasteri, porterà all’uccisione di cinquecento monaci.
È l’insubordinazione del popolo a scatenare la reazione di Godan. Da tredici anni, infatti, dalla morte di Gengis Khan, il popolo non invia più il proprio tributo al governo mongolo, venendo così meno al legame di sottomissione che lo lega ai khan. Un legame che il Khan intende riaffermare. Per questo, dopo le distruzioni e i saccheggi, Godan non si ostina nella mattanza e chiede anzi ai suoi comandanti di individuare qualcuno negoziasse in nome del popolo. Emerge così il nome di Sakya Pandita, maestro buddhista considerato il più devoto e illustre tra tutti, al quale il re intima di recarsi presso la sua corte (nell’attuale provincia di Gansu, in Cina).

IL VIAGGIO DI SAKYA PANDITA

Partito nel 1244 in compagnia dei nipoti Phagba, di dieci anni, e Chhana, di sei, Sakya Pandita si attarda lungo il cammino per predicare nei villaggi, arrivando a corte soltanto nel 1247. Lì, secondo la tradizione, cura un Godan gravemente malato, affascinando con la sua personalità e i suoi insegnamenti sia la corte, sia lo stesso re, che diventa suo discepolo.
A questa conversione fa seguito una lunga permanenza a corte, durante la quale il giovane Phagba riesce ad adattare la scrittura Uighur alla lingua mongola, fino ad allora priva di caratteri grafici, creando così l’alfabeto detto phags pain, in vigore dal 1269, e permettendo grazie a esso le prime traduzioni scritte di testi buddhisti.

NASCE IL LAMA PATRON

L’invasione armata del Tibet è scongiurata. Al contrario, Godan assegna a Sakya il dominio sulle province di U e Tsang, ottenendo in cambio il riconoscimento formale della sovranità mongola sul Tibet e l’istruzione religiosa per sé e per i suoi successori. Nasce, da un incontro tra spiriti aperti e cuori appassionati, quel rapporto singolare e affascinante che i tibetani chiameranno mChod-Yon (lama-patron; sacerdote-protettore) e che sopravvivrà fino alla proclamazione della Repubblica cinese nel 1912.